FACCENDA UCRAINA

1° – Pensieri e commenti di quelli che si fanno seduti al Caffè.

Faccenda ucraina. Dramatis personae: Ho avuto modo, lungo gli anni, di conoscere parecchi Ucraini. Sono esseri umani ancora intatti, talora ʺmagnificiʺ. Abbiamo avuto persino una colf che dopo la prima settimana già ci trattava da parenti e ci amava come noi amavamo lei. Ci ʺdifendevaʺ! Un caro amico ucraino, ora morto, di tanto in tanto mi diceva, per simpatia, stringendomi la mano o posandomela sulla spalla: ʺCarissimo, si vede che hai sofferto moltoʺ. Umanità all’antica, quella buona. Roba da sperare che fossero davvero persone di famiglia. Insomma loro sono come eravamo noi fino a cinquanta anni fa.

Putin non vuole mollare l’Ucraina. In Crimea ha gran parte delle sue indispensabili diavolerie nucleari; e poi ci vivono più di un 70% di Russi. Mi domando se Obama, lui, ha in mano qualcosa di significativo, anche se in testa parecchio di meno? O, come spesso gli Americani, mostra un astratto buonismo democratizzante, non si sa fin quanto disinteressato, che fa male a tutti e non serve neppure a lui? Con la guerra contro i Nazifascisti, la magnifica filosofia umanitaria americana esaurì i suoi compiti e cominciò a diventare astratta coazione: per ʺfavorire la democraziaʺ, favorisce talora le cause più storte. Ci si ricordi di Saddam, e del più recente caso della Libia, baluardo tanto comodo, che Sarkozy, facies visibilmente demenziale, volle demolire per motivi di interessi e di pennacchio, guastando in realtà le faccende sue, naturalmente le nostre, e anche quelle di Obama. Allah se la ride ancora. Fu un buon affare per tutti, che ci duolerà per un pezzo, e che dovrebbe far riflettere quelli che si mostrano sempre pronti a prodigarsi in consimili buone azioni. Come disse il monello di Cervantes all’Idalgo: signore, la volta prossima mi salvo da me!

Ora viene il momento dell’Ucraina. Si dirà che gli Ucraini preferiscono l’Europa. È vero. Bravi, sono maturi per il manicomio. Invece di guardare homeward, e rendersi conto che è meglio restare alla larga ad ogni costo, vogliono condividere i nostri demenziali guai stile ʺRomano Prodiʺ? Non vedono almeno l’astuta soluzione della Polonia: dico di sí e faccio no? Qui in Italia e in Europa sappiamo bene che l’Europa è ʺun guaio passatoʺ, come si dice. E che della folta manica di burocrati europei autoreferenziali e spesso francamente idioti (ci sono, o ci fanno?) bisognerebbe liberarsi al più presto. È facile far la politica imponendo frettolosamente ʺnormeʺ dannose e correndo poi al ristorante o a tirare lo stipendio. Credono che la vita della gente si risolva a colpi di ʺnormeʺ. Sí, ma naturalmente esclusi se stessi.

Ovviamente il mondo non è fatto di santi. Lo Stato Maggiore governativo dell’Ucraina avrà interesse a entrare in Europa per prender parte alla spartizione. Invece, a noi che siamo stati nominati ʺEuropeiʺ per forza, converrebbe che gli ʺasini si appiccichino e i barili si scassinoʺ, anche se queste son cose che non si debbono dire. Ma poi, immancabilmente, verrebbe come sempre il momento di ʺdover parteggiareʺ, spiacevolissimo mestiere per deboli (come noi Italiani).

Molti di noi Italiani, tra i quali il sottoscritto, credemmo con ingenua fede all’istituenda Europa. Che fessi! Si trattò purtroppo, ormai è fin troppo chiaro, d’una demente sopravvalutazione della maturità degli altri Europei: che oggi invece si vanno tutti dimostrando proprio tali e quali a noi, anzi per dirla schietta peggio di noi (parlo dei loro rappresentanti, ovviamente -, dei popoli non so, e spero… di non venire a sapere). E noi teste vuote credevamo che si sarebbe trattato di una iniezione di civiltà! Paghiamo ancora una volta per il nostro complesso di inferiorità, retaggio a rovescio lasciatoci dal Fascismo.

Per me è chiaro che, con la piega che stanno prendendo le cose, a noi converrebbe parteggiare per Putin. ʺConverrebbeʺ. Sono i condizionali tipici degli impotenti: i deboli parteggiano; gli altri collaborano. E poi, parteggiare con quali intelligenze diplomatiche, con quali forze?… Meglio quieta non movere. Berlusconi, a dire il vero, cercò con certo successo di interloquire tra i ʺgrandiʺ. Tentava, con qualche audacia, appunto la carta dei forti (forte, in certa misura, è anche chi si crede tale: vedi i Francesi) e poi erano i leali tempi di Bush. Qui in Italia Berlusconi non lo seguì nessuno; anzi, con la mania tra servile e suicida che ci contraddistingue, gli fummo tutti contro: nei casi migliori come zavorra, e in ogni caso come sabotatori. Lo sabotammo a colpi di risate (ignoravamo di star ridendo di noi stessi, lo si è visto dopo!) Oggi una modifica della situazione d’insieme c’è, e fu prodotta appunto da Berlusconi: le sinistre, sabotatrici per professione anzi per autorizzazione teorica (magari con la famosa ʺcordaʺ da mettere nelle mani dei ʺborghesiʺ affinché, etc.) sono in declino. Oggi come oggi, ripeto, meglio non solo lasciare le cose come stanno, ma anzi, nel caso, mota quietare. Arriva sempre e solo il peggio, diceva Huysmans. Certo, è la saggezza dei deboli.

2° – Commento semplice e chiaro, sempre al Caffè.

A tutti gli Ucraini, per amor loro e nostro, direi con veemenza:

– State lontani dalla fogna Europa, inservibile a qualsiasi cosa, tranne che al processo di plastificante, vetrificante ʺmodernizzazioneʺ delle anime. Putin, anche se è peggio, è meglio.

Leonardo Cammarano
Zona di frontiera, 15 Marzo 2014


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