UOMINI-DONNE

La giornata della donna è stata molto importante per tutti, credo in particolare per il nostro Napolitano. Ricordate, abbiamo lungamente sospettato che fosse un fifone, il Napolitano, ma diciamo la verità: i compiti da svolgere erano troppo facili. Riportare i maró in Italia! Impedire che i giudici (chi sono mai, questi ʺgiudiciʺ?) condannino gli innocenti! Ma queste sono cazzate. Che ci voleva! Ed ecco invece un compito che richiede coraggio: Spiritus durissima cocuit! Celebrare la giornata delle donne! Hic Rhodus…! Il Presidente non se l’è fatto dire due volte e, calzato l’elmo del prode Anselmo, fiancheggiato da altri due eroi, il Grasso e la Boldrini, con cipiglio minaccioso se n’è andato in giro, ad insegnare, quasi ingiungere, alla gente una impavida convinzione bisessuale, anzi meglio femminocratica. Lo si vedeva dalla faccia soddisfatta, minacciosa sì ma ridente, era la faccia dell’eroe che finalmente ha pescato ed ora affronta difficoltà degne di lui. Uno che ha risposto degnamente alle necessità dell’ora. Ha fatto persino dipingere di rosso la fontana della piazza. Caspita!

A completare la severa festività è giunto a proposito un numero del Nouvel Observateur, 6/12 marzo, dove un giornalista assai colto s’è preso cura di chiarire ulteriormente che cosa sia mai la differenza tra i sessi (Dossier. Hommes-Femmes. Ce que dit la science). Ha messo mano a metologie cognitive strettamente scientifiche, ed ha steso lunghe pagine dotte, illustrate da fotografie di coppie uomo-donna, marito e moglie e non solo, fotografate due volte su uno sfondo sempre identico (come ha avuto cura di far notare, per sottolineare la sua equanime obiettività). Una volta coi vestiti normali, una seconda volta a vestiti invertiti! Questa l’idea! Pare venga dal Canadà! Una incredibile rivelazione o meglio intuizione empirica! Tutti i lettori hanno capito a fondo le ragioni scientifiche della famosa, drammatica, motivata differenza tra maschio e femmina e, se non l’hanno capita, è colpa loro. Il monaco si vede dal vestito, recita la teoria in esame. E non è teoria troppo audace: tutti sanno che di solito noi uomini siamo ʺcazune chine r’acquaʺ, come si dice a Napoli, e le donne ʺcammisole ‘nturzate ‘e stùppoleʺ. I vestiti parlanti. Io in coscienza consiglio al lettore di comperarlo, questo numero dell’Observateur: è memorabile, da conservare ai nipoti: ʺvedete: così eravamo, noi!”

Forse, ci sono in quelle righe persino i presupposti teorici per conseguire la sognata intercambiabilità democratica. Resta invero qualche intoppo: in primis quello doloroso gravidanza-parto. Si direbbe che Dio non è democratico fino in fondo, dico non ancora del tutto degno di se stesso. Soltanto con le lumache, notoriamente, egli è riuscito ad imbroccare la soluzione giusta, con una metodologia creativa autenticamente paritetica. Le due lumache sono entrambe bisex, e si accoppiano alla napoletana, ʺ‘I te rongo caccosa a tte, tu…ʺ etc. Mirabile evento, questo equo accoppiamento tra lumache! Tra l’altro, tutt’insieme etero- e omo-sessuale, transgender etc.! Al quale poi seguono, io penso, equidistribuiti paritetici ʺpartiʺ. Ma dando tempo al tempo – come si sa le specie evolvono lungo decine di millenni – arriverà, è da credere, anche per la specie homo la demo-giustizia uso lumache. Ritorno all’ermafrodito platonico.

Ma noi, torniamo al metodo Nouvel Observateur. Il metodo è talmente efficace, rivelatore, che ci è venuto in mente di estenderlo anche ad altri campi dello scibile. Quanti misteri da svelare ancora, in questo arruffato mondo! Ad esempio: avete voi compreso veramente a fondo il mistero della ʺpersonaʺ? L’etimo è chiaro: come è noto, si rifà alla maschera teatrale classica, in terracotta, che si indossava ut vox personet, per far ʺpersuonareʺ, risuonare forte, la voce dell’attore. Che volete, a quei tempi non c’erano amplificatori e megafoni di sorta. Questa spiegazione è buona, concediamo, ma insufficiente. Suggerisce che c’è qualcosa che cova sotto la maschera, d’accordo…, ma che cosa? Il metodo del Nouvel Observateur ci viene in soccorso. Basta prendere delle coppie di ʺpersoneʺ, anche donna-donna e uomo-uomo questa volta, e fotografarle due volte come sopra detto, a vestiti scambiati. Il classico metodo comparativo del fu-strutturalismo, ricordate? Quello che ci ruppe le scatole per decenni… La ʺprova di commutazioneʺ!… Vediamo qualche esperimento.

Prendiamo un accostamento, su sfondo sempre severamente unico, delle due fotografie del Presidente Napolitano e dell’indimenticabilmente comico Totó, Principe De Curtis. Operiamo il richiesto chiasma dei vestiti. Quasi nulla cambia: Totó fa ancora ridere; il Presidente pure, per la verità ora un po’ di meno. Ma non fa una piega. Le nostre conoscenze hanno compiuto un notevole passo in avanti. Detto senza ironia; obiettività pura.

Altro esperimento cognitivo: foto coppia Carlo Marx/Beppe Grillo. Qui, una volta mutatis mutandis come da esperimento, Marx va meglio, il Grillo invece s’ingrugna peggio di prima. Rivelazione alquanto dubbia: il Beppe è più floscio, sotto il suo fastidioso, assiduo sbraitare c’è rodomotaggine molta e aria fritta pure. Nel Marx resta l’aria fritta, condita forse soltanto dalla rivelazione aggiuntiva d’una certa ingenuità o tonteria tutta germanica. Si può fare la controprova Beppe Grillo/Achille Loria, l’oggi poco noto pseudo-filosofo-economista mandato a farsi fottere da Friedrich Engels. Uhm.

Si può procedure oltre, con questa tecnica foto-chiasmatica. Scienziati di tutto il mondo! Proponiamo alcune coppie: il Giudice Esposito/Donna Rosa Valore (mia ex-portiera). Rosi Bindi/la Sora Lella del rinomato ristorante dell’Isola Tiberina. Angela Merkel con gli ʺspaghetti-e-pistolaʺ/la Zi’Teresa del Borgo Marinari col ʺNacht-topf mit Kartoffelnʺ. Eugenio Scalfari/l’abate Giuliani, quello delle pillole lassative. Il filosofo Severino/Frate Indovino. Il filosofo Galimberti/il Pizzaiolo Anepeta di via Tribunali, a Napoli, o magari anche quello della succursale di via Calabritto: sempre pizzaiolo è. Dario Fo/ʺ’o Pazzarielloʺ di porta Capuana. Etc. etc. Ce n’è, da indagare! Buon lavoro!

Leonardo Cammarano
Zona di frontiera, 11 Marzo 2014


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