UN MONDO CHE NON C’ È

Come diceva Riccardo Bacchelli, con la sua ridente ironia: ʺAccadono cose che ti fanno cambiar carattereʺ. ʺCoseʺ del genere sono accadute la settimana scorsa. Per la precisione, tre:

1 – Il nostro Monti, che io ingenuo credevo persona seria, aliena da giochetti elettoralistici, s’è messo a giocare a nasconderello con le tasse: te le mette per sempre, poi te le leva, poi tra un cucù e l’altro te le fa riapparire da un’altra parte, e questa sarebbe serietà ʺtennicaʺ (come dice il nostro Cav.)? O s’è lasciato contaminare dalla Fornero che, tra un singhiozzo e due lagrime, ti sbatte al mendicicomio più vicino una massa di esodati e poi dice no? Vero è (siamo equanimi) che anche il Cav. sgalletta un poco quando farnetica di ʺmiracoli domattinaʺ. Ma qui, per amor di politica, muniti di sana epochè attendiamo lo svolgersi degli eventi. Esser berlusconiani significa sapere che il meno peggio non è il meglio. Capiteci, non abbiamo dovizia di sogni da sognare, per dirla con la dovuta dose di poesia.

2 – Il nostro Presidente ʺT’ammoniscoʺ, che io, sulla falsariga del tristo Scalfari, ritenevo fosse solo un fifone ricattato da vecchi compari di trapassate merende, s’era già rivelato invece un ʺkapóʺ ancora in servizio attivo: a) quando si ribelló per lo sconcio delle intercettazioni telefoniche solo perché ne fu vittima lui stesso. Vergogna. b) quando s’è ribellato della sconcia inerzia dei magistrati solo perché costoro se la sono (finalmente) presa con lui. Doppia vergogna. c) ed oggigiorno, quando, per la gigantesca ʺmascalzonata di gruppoʺ del Monte dei Paschi di Siena, lui domine del Consiglio superiore s’è finalmente riscosso dai suoi ʺammonimentiʺ, e implora comprensione per i ʺfinanzieriʺ PD presi con le mani e la faccia, fino alle orecchie, in quella che per amor di pulizia chiameremo marmellata. Tripla vergogna.

Ma crede di prenderci per fessi? Alla sua età, non sa ancora che la cacca la si fa nel chiuso del gabinetto di decenza? Questa è l’educazione che gli impartí, un secolo fa, quel grosso Chirone dell’Amendola jr.? Non sa che ʺanche i boia muoionoʺ, che persino noi pecore italiche abbiamo una discreta tradizione di tirannicidi, e che qualcuno, a scatole troppo rotte, potrebbe (quod Deus avertat) fargli la pelle?

3 – Ingroia e la Boccassini si son fatti uno ʺstrascinoʺ, tira tu la parrucca rossa che la calvizie nericcia te la graffio io. So bene che la Magistratura ha un settore ʺindipendenteʺ, ottimi magistrati che fanno onore alla tradizione giuridica nazionale; ma, come dice Voltaire, ʺil guaio delle persone ammodo è di essere codardeʺ. Invece quelli ʺdemocraticiʺ si prendono per i cernecchi… È poco, ma accontentatevi.

Data la qualità della nostra politica, mi domando se non sarebbe il caso di istituire un premio, giornaliero o almeno settimanale da destinare ai politici che fanno le mascalzonate e/o le cretinerie più grosse. (Certo, lo riconosco, un sottopremio dovrebbesi istituirlo anche per noi elettori: in genere pazienti fino a oltrepassare i confini della fessaggine, e qui non c’è ʺspeak for yourself!” che tenga).

Ovviamente il problema dei problemi, quello vero, è la risultante di tanta cretineria: la terribile, inammissibile miseria a cui debbono soggiacere milioni di Italiani. È un incubo infernale: la stupidità di molti e la mascalzonaggine di pochi generano tanta miseria e dolore!

Ci sarebbero da denunciare e premiare scemenze sia croniche (inveterati modi di pensare) sia acute; e ovviamente anche coltivate per interesse (ad es. dare la colpa di tutto al Cav.) o ancora, in sottordine, anche le stupidaggini derivanti dal vizio di parlare a sproposito, come nel caso delle non richieste dichiarazioni del Cav. su Mussolini. Quand’è che perderà il vizio di parlare a ruota libera?

Importante sarebbe, ai fini dell’istituendo premio, riprendere la differenza tra mala mundi e mala in mundo, che Alberto Caracciolo, pensatore di pregio, raccoglie da antiche distinzioni che risalgono a Paolo di Tarso. Noi siamo tormentati da guai di multicolore origine, e la tesi (molto erronea, e pertanto molto accreditata) secondo la quale il Male sarebbe un disvalore sempre eguale a se stesso, non regge. Anche nel Male si dà un più e un meno. Ecco perché si può dire che Mussolini fu un istrione, e un fifone. Ma Hitler e Stalin furono molto peggio di lui. Preferireste che vostro figlio cadesse nelle grinfie di una SS che intenda spedirlo a Dachau, o di una Camicia Nera che vuole avviarlo a Turi, a Ventotene, etc.? Il Cav., che certo farebbe meglio a star zitto, è stato ingenuo ma non ha avuto torto quando ha detto che Mussolini fu ʺmeno peggioʺ e talora persino ʺbuonoʺ (Paludi Pontine, Carta dei Lavoratori, OND e compagnia cantando).

Tornando al nostro progettato premio, ci si troverà a dover fare i conti, dunque, anche col conformismo, che è la mamma sempre fertile di fessaggine molta (e qui sarebbe il caso di citare una nostra gloria dimenticata, Vilfredo Pareto, specialista in imbecillologia).

Bersani ha detto: ʺchi si permetterà di tirarci in ballo nel disastro MPS, noi del PD lo sbraneremoʺ. Eccovi una rodomontata fetida, perché anche mendace, col permesso della schiattosa e anch’essa mentitrice Bindi -, alla quale chiediamo con la gentilezza dovuta al gentil sesso: vuol essere giudicata bugiarda, o scema?

I cretini sono davvero insopportabili, ma siamo onesti: nessuno può scagliare la prima pietra. Fesserie sono anche quelle in cui incappiamo noi liberali quando vogliamo fare i mansueti. Quante fictiones juris! Cominciamo coi diritti naturali: strane realtà che hanno il carattere distintivo di non esistere, come sapevano Hegel e Croce. E che dire del ʺpattoʺ (Hobbes, Locke, Rousseau etc.) che sarebbe la fonte dell’autorità statuale? Qualcuno vi ha mai proposto il patto? E il diritto di resistenza? Lo capì bene Guglielmo Ferrero, forse l’unico ʺcontrattualistaʺ esente da illusioni: l’unico diritto naturale è quello generato dalla paura (che è ancora la violenza, ma… vista dall’altra parte). Tutte queste, sono cose vere solo perché umane: idest sperate.

La verità riassuntiva è quella che segnaló Ernst Bloch: ʺció che è non puó essereʺ, dice a muso duro. Grande verità, la cui reciproca suona: ʺallora, porca miseria, quel che deve essere è ció che non è!?” Ed è questa la bella, vera divisa di noi liberali: noi dobbiamo costruire, o sempre ricostruire, un mondo che non c’è.

Direte voi: ma quante balle! Dunque il bello, il buono, il giusto, non starebbero da nessuna parte!? Ma no, che cosa avete capito? Stanno da una certa parte anche loro -, sapete dove? Nei nostri cervelli, nei nostri cuori, nelle nostre speranze. Ottimo domicilio, che fra l’altro è quello più indistruttibile. Che vogliamo di più!?


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