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Lo Stato c’è, esiste! E si è insinuato come un cancro nella mafia!
(Paolo Rossi – Questa sera si recita Moliére, 2002)

In tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia.
(Alexandre Dumas)

Siamo goliardici, disincantati, trasgressivi, abbastanza creativi, nel bene e nel male. Gli Italiani non conformi che avevano simpatia per Romney perchè voleva aprire il finestrino dell’aereo, che non leggono Gomorra, che si commuovono all’inno nazionale ma ridono amaramente se il senato lo introduce per legge nell’insegnamento scolastico, quelli che non hanno nessuna certezza, che detestano le caselle: buono-cattivo, i sindacati, le assicurazioni, i fiscalisti, le previsioni del tempo, le liste di proscrizione, l’invasione del sociale, l’espansione del collettivi, gli orari fissi, le cinture di sicurezza, le quote rosa, il catastrofismo, i bigotti integralisti e i mangiapreti a prescindere, le vacanze organizzate, il sushi, gli spioni, i perfettismi, i perfettini, gli spocchiosi, il ditino alzato, il naso in su, le fondazioni, i sermoni di Benigni e di Celentano, i call center, la retorica pacifista, insomma, potrei continuare. Quell’ometto strambo con i tacchi ci aveva capiti, forse perchè era uno di noi, una specie di parente. Noi difformi abbiamo avuto tutti uno zio Silvio, che si era inventato un mestiere e aveva fatto un sacco di soldi, che costernava i nipoti con orrende barzellette domenicali, ma era indulgente comprensivo e sorridente: ci mollava la mille lire e guardava per spirito di servizio il sedere prominente della domestica: “come diavolo avrà fatto fortuna, questo qui, è un mistero” dicevano le nostre mamme sorridendo, mentre ricucivano un calzino bucato.

La nostra generazione è sopravvissuta a cinquant’anni i cattocomunismo confessionale solo perchè la politica restava periferica alla vita. Avevamo delegato a quella strana coppia – che aveva il volto umano di don Camillo e Peppone – la difesa della nostra identità dalle dittature staniere: tanto bastava, per il resto, ci si arrangiava alla meglio.

Quando è caduto il muro di Berlino il cattocomunismo, perduta la sua ragione sociale, si è fatto autoreferenziale e dovendo conservare il potere puro si è organizzato sotto l’ala protettrice della magistratura a combattere ogni sorta di libertà in nome di una non ben identificata morale di stato. Eliminare i riformatori era necessario: così fu fatto fuori Bettino Craxi. Intanto il mondo cambiava: altri scenarii, altri nemici, altre esigenze, e noi qui, prigionieri dell’antica alleanza, con uno stato sempre più vetusto, sempre più autoreferenziale, sempre più canaglia.

Lo zio Silvio ci aveva fatto sperare a lungo – diciott’anni sono una lunga stagione in una vita – di liberarci. Uno stato minimo, sorridente, capace di lasciar fare i creativi senza opprimerli, e ai parassiti di non allargarsi troppo: non ha funzionato. Gli zii così non hanno la verità in tasca, coltivano le loro fragilità come preziosi vessilli dell’umana natura. Non sono superuomini, sono uomini pien di difetti e tante emozioni. Sorprendono i conformi e li disorientano per brevi istanti: il tempo di organizzare una resistenza impenetrabile.

Non ha funzionato ed è stato gioco facile per “gli altri” colpevolizzare lui e tutti noi per il peccato mortale più grave: quello di non essere “a norma.”

La speranza è fuggita, nessuno che possa riprendere un’eredità scomoda e variegata che pure resta maggioritaria e che contribuisce in maniera significativa alla crescita economica e non solo del nostro paese. Depresso il popolo di centro-destra si chiude in se stesso e si difende dagli attacchi come può. Quelli che son rimasti, nel palazzo, non somigliano nemmeno vagamente a coloro che credono di rappresentare: se non sono in malafede, sono ciechi. E poi hanno paura di pensare. Paura di essere additati come sovversivi e si affannano a riempire lo schermo e l’Ansa delle più vuote banalità. Il popolo della libertà non esiste più perchè la libertà non esiste più, e perchè la politica non esiste più. Non siamo nemmeno sicuri che esista ancora l’Italia, colonizzata ed appiattita dai teorici del nulla.

Cosi gli hanno dato addosso perchè ha detto papale papale che non crede alla funzione salvifica delle primarie. E lui che è uno zio, ha fatto subito macchina indietro, appena borbottando. Il teatrino della politica si compiace della vittoria, le marionette sono schierate ed il sipario è alzato, ma la sala è vuota: nemmeno uno spettatore pagante, solo quelli pagati. Il grande bluff non interessa più nessuno, perchè i giocatori sono sempre gli stessi e perchè le regole sono truccate. I reucci sono tutti a sedere scoperto, convinti di avere una lussuosa mantella: reucci di cosa? Di un reame svenduto al conformismo.

Ed ora, che fare? Aventino, è evidente. Se questa è la rappresentatività, lasciamo che si autorappresenti ed abbandoniamo la politica. Occupiamoci di ricostruire la società facendo a meno di loro, come sempre accade in tempo di guerra: italiani e basta, non italiani col bollino rosso e col bollino blu. Mettiamoci al lavoro per ritrovare la nostra cultura, fottendocene di tutti i cattivi maestri. Guardate come hanno ridotto il Mezzogiorno d’Italia. È nostro, ma anche vostro, del signor Brambilla e del signor Esposito. Possibile che non possiamo mettere a frutto tutto ciò che abbiamo? La scuola: cantar l’inno e dimenticare la storia è la più oscena delle pagliacciate; l’università ridotta a “affare di famiglie” ed il sapere mercificato, avvilito ed ideologizzato, ne vogliamo parlare? E la giustizia? Che siamo diventati? Utenti passivi di una legge elettorale? Noi, che abbiamo dato natali e lustro al vecchio continente, ridotti a lustrascarpe dei barbari da una massa di traditori supponenti ed infingardi? La mafia è questo: ricattare la gente, coltivare l’ignoranza, annientare l’individuo, idolatrare il dio danaro, mentire. Capito, mafiosologi dei miei stivali? Vi offro in premio una bambola gonfiabile della Merkel, se mi spiegate la differenza tra le due “offerte che non si possono rifiutare”. E con i vostri dotti trattati, accendeteci il caminetto. Ci avete vinti, ma solo al primo turno. L’Italia ha un’anima, deve solo liberarsi di una vecchia carcassa ingombrante poi volerà.

Angela Piscitelli
Zona di frontiera, 10 Novembre 2012


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