AMBIZIONI SENILI DI UN TEMPO CHE FU

L’Alleanza Atlantica per opporsi al blocco sovietico, si diede, come strumento militare, la Nato. Caduto, con il Muro, il bersaglio, a cosa il fucile? Questa è domanda tuttora inevasa. Le ultime costruzioni di quel mondo cadente, i “non allineati” e la borghesia militare araba, nel più vario destino si sono sfarinate o lo stanno facendo. La Nato, però, come l’Alleanza, è rimasta in piedi, o così sembrerebbe. Senza alcuna riflessione di sorta è stata riconvertita a polizia mondiale, contro terrorismo e tiranni o presunti tali. Dopo anni, inevitabilmente, per ogni intervento di questo tipo, prima o poi, alla fine viene una gloriosa exit strategy. La pretesa di giocare al tiro al bersaglio con tutti i frammenti di un vecchio ordine saltato in aria, sta miseramente fallendo, missili, poco intelligenti, producono solo “danni collaterali”.

Creare un nuovo ordine, scartare l’andato, risistemare frammenti utili, amalgamarli con ciò che, nascosto, esce dalle viscere della terra, resti di religioni, etnie, riti, bisogni nuovi e inediti, non può essere il compito dell’Alleanza Atlantica e della Nato. Non hanno muscoli, diritto e consenso necessario, sapienza!, per questo compito, si procede a ranghi sempre più sciolti quanto più ci si lancia in avventure improbabili, velleitarie.

In Libia, due nobildonne abbastanza avanti negli anni, declassate e indebitate, che smantellano, per fare cassa, le loro forze armate, credendo di vedere un pesce piccolo, Gheddafi, hanno voluto esibire muscoli, mostrano carne pendula. Il ritirarsi degli aerei USA le ha lasciate orfane di flyzone!
Perché? Cosa volevano, vogliono? O, meglio, sanno cosa vogliono? L’Italia di Berlusconi, parente povera di questi paesi ancora convinti di aver vinto la seconda guerra mondiale, da anni tesseva una trama mediterranea, dai paesi caucasici allo stretto di Gibilterra, con Putin, Erdogan, Mubarak, Gheddafi, hardcore di questa trama, con tanto di gasdotti e oleodotti, con un abbozzo di regolazione del traffico delle genti contro la odiosa tratta, con tanto di portafogli gonfi bisognosi di impiego e di portafogli vuoti da gonfiare. Le due signore erano out, hanno sognato un ritorno imperioso e imperiale, alle spese dei poveri libici, massacrati o buttati a mare da tanta generosità umanitaria.

Berlusconi ha fatto sognare, a chi intende qualcosa e crede nel sogno, un’Europa, politica e militare, dagli Urali all’Atlantico, con la testa di ponte della Turchia saldamente agganciata ad essa, nonostante il duo Sarkozy-Merkel che le vieta l’ingresso. Il confine meridionale, il più difficile da coprire, poteva essere tutelato e regolato, negli ingressi e nelle uscite, oggi ha solo pori aperti da cui non passa solo chi non vuol passare.

Il Mezzogiorno d’Italia potrebbe, forse, se i nostri governanti facessero uno sforzo di fantasia, sognare il suo reingresso nella storia dalla porta principale.
Cosa è successo, si rischia di buttare via tutto ciò per la fregola di abbattere un “dittatorello”, così dipinto dalla stampa di Londra-Parigi, cui noi intimiamo l’esilio dopo avergli baciato le mani per ingraziarcelo, scandalizzando le “belle anime” tutte democrazia e libertà, ma con passato non raccomandabile?
Nulla sarebbe, forse, perduto, se sapessimo tirarci fuori da questa vergognosa storia e mettere mano a un nuovo Mezzogiorno senza il quale un tal sogno si dissolverebbe al primo levarsi dell’alba, per noi non per altri, come dimostra la sapiente regia di Turchia e Unione Africana.

Il Sud dovrà accontentarsi di “aiutini”, di “perequazioni solidali”, di una nazione che non esiste che lo “aiuti” a ridiventare “questione nazionale”, con Piani, per sua fortuna, senza soldi, con solidarietà senza equità, attento a non riprendersi in mano il proprio destino come fino ad ieri gli si intimava. Spira una nostalgia di ferrivecchi, IRI, Mediobanca, una bancarella di Stato, con maggioranza delle banche popolari del Nord, dovrebbe darci quanto Banco di Napoli e quello di Sicilia non ci diedero finendo pappati da Banche del Nord piene di sportelli al Sud. Perché tanta voglia di aiutare i parassiti che hanno condotto, con tanto di “aiuti”, il Sud alla rovina? E’ fallita la “rivoluzione liberale di popolo”? Forse è azzardato conciliare liberalesimo col popolo, ma è così per indipendenza e libertà?

Il Mezzogiorno deve tornare, per il bene del paese, grande. Lo sarà se RomaNeapolis ricupererà i suoi primati nel Mediterraneo, se un nuovo assetto istituzionale, compresa la ridefinizione di ciò che, oggi, abusivamente, si chiama Campania, condurrà a una risistemazione federale del nostro paese, senza la quale il federalismo fiscale è truffa per il Mezzogiorno unita al contentino della “perequazione” per i portafogli di politici falliti.

Napoli, con un ciclo virtuoso dei rifiuti, potrebbe arricchire il deserto libico, invece di infestare Bn-Av-Sa, nuova Regione, terra di mezzo utile a unire il Meridione.

Giuseppe Corona
Zona di frontiera, 8 Aprile 2011


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