BERLUSCONI E IL COMUNISMO

Quando Berlusconi parla di comunismo, tutti ridono: “Ma come! Pensa ancora come si pensava 50 anni fa!”

Ma insomma: è morto, o è vivo, questo noioso “comunismo”?

Vediamo. In effetti, il comunismo (che già Sartre mezzo secolo fa ebbe a definire “un cadavere ormai ribaltato e coperto di vermi”) ha avuto parecchi domicilî, e svariate tombe, alcune delle quali ancora semiaperte.

Come dottrina economico-politica, nelle teste delle persone avvertite mori’ già ai primi del ‘900. C’è in proposito un’amplissima letteratura.

Come effettiva ed efficace realtà statuale, e come “visione del mondo”, nelle teste a mezzo servizio ha agonizzato dal dopoguerra in poi; infine ha tirato le cuoia – ma, vergogna: solo dopo “la caduta del muro”.

Come “mentalità”, nelle teste di legno dei conformisti (=gauche al baccalà), è tuttora vivo: la verità considerata strumento della politica e pertanto la giustizia utilizzata come arma; l’attività intellettuale vista come terminus a quo, non mai ad quem; l’integrale immanentismo e dunque utilitarismo; la cultura come volontà di prevaricare (es.: arte come “provocazione”), etc. etc.

Questa ultima versione del comunismo, che poi è il suo sedimento storico, coincide al millimetro con la mentalità delle classi emergenti (plebe, piccola borghesia: insomma quelli che a Napoli, con termine unico, vengono chiamati mezze calzette). Come mai? La risposta è facile: le mezze calzette, nate a metà ‘800 con l’industrialismo, ovvero quando nacque il comunismo, sentono il “pensiero di sinistra” come cosa propria. Si direbbe quasi che, dopo lungo giro, il comunismo sia tornato a casa sua.

In conclusione: il comunismo è morto…, ma Berlusconi ha ragione, il comunismo è vivo. E cio’ perché, come “pensiero, di sinistra”, nelle teste delle mezze calzette è endemico, e pertanto sarà vivo usque dum vivant, et ultra.

A proposito: oggi tutte le persone per bene sono indignate per la vergognosa deriva che le mezze calzette hanno impresso alla Procura di Milano. Si’, siamo indignati, e preoccupati. Non solo per Berlusconi -, ma anche per noi stessi, per voi, per tutti: una volta caduta nelle mani delle mezze calzette l’Italia, che tanto amiamo, non sarà più abitabile dalle normali persone per bene.

Protestiamo tutti insieme con forza, prima che sia troppo tardi!

Leonardo Cammarano
16 febbraio 2011

Leonardo Cammarano
Zona di frontiera, 16 Febbraio 2011


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