VIA DOTTO, VIA

Non sono stati i botti e nemmeno il tritolo con la coppola. Il viadotto dell’Agrigento-Palermo, nuovo di zecca, si è sconocchiato a Capodanno, così, squach. Siccome non ha fatto morti ha fatto poca notizia. Che volete che siano tredici milioni di euri o giù di lì, in un paese dove si costruisce per far soldi, mica per far strade. Anzi in questo modo si incrementa l’economia perché lo dovranno rifare e creerà occupazione. È molto più importante precipitarsi a commentar tutti, già ipersdegnati, una possibile norma salvaCav, quella sì che sarebbe stata una catastrofe. E infatti il premier è corso sugli sci a farsi intervistare in casa del Biscione medesimo per proclamare che nel dubbio, la normetta senza padre e senza madre, sarebbe finita nel cestino, anzi c’era già finita ed era stata triturata e smaltita come un rifiuto tossico. Avrebbe potuto, visto che è in salute, fare un salto in Trinacria a contemplare le macerie e fare un po’ il gradasso laggiù, che gli viene così bene. Poi tra qualche giorno annuncerà giulivo che ha creato una nuova autorità anticrollo (che mirabile attivismo, fa più cardinali del Papa) con apposito ufficio e appositi poteri. Ci vedrei bene Ingroia. Ai trombati una poltroncina non si nega mai, suvvia, potrà sempre far dire a Ciancimino che è stato Dell’Utri.

Da uomo della strada (per essere politicamente corretta e boldrinesca dovrei dire “donna di strada”, ma suona strano alla mia età) mi chiedo: ohei, ministrucoli quant’è che giocate a Governopoli? Non sarebbe meglio studiare un pochino che poi ci sono gli esami? Non state combinando un tubo, sono secoli che si blatera di una legge elettorale e di quella anticorruzione, ma il problema, asinelli, è un altro: le cose si fanno male, punto. O non si fanno proprio, punto bis. Ieri, intenta a spulciar bischerate giornalistico-televisive del dopo festa, tra un’apologia accorata della mamma di Ragusa che piange, la Sgrena che squittisce, l’India che ringhia e noi ci nascondiamo sotto il tavolo, l’occhio è caduto su una dotta dissertazione di Settis sul fatto che Renzuccio non sarebbe troppo archeologofilo. Giusta considerazione – mi sono detta – dei beni culturali sopra, sotto e in mezzo, non se ne fotte nessuno dei notabili. Solo che più giù l’eminente sapientone esplicitava il suo pensiero: il premier è archeologofobo perché non è abbastanza anti-tav. Capito? Con Pompei assediata da cialtroni e fannulloni, Cuma e tutto il suo parco archeologico ridotto ad un’immondezzaio indistinto, pezzi di memoria che se ne vanno a ramengo ogni giorno e tutti a far spallucce, lui si preoccupa del buco. E che ci sarebbe in questo buco, di grazia, di tanto prezioso? Le tavole della legge del Monte Sinai? Mosè mumificato e perfettamente conservato con tutta l’arca? E poi, i buchi, non li fanno proprio gli archeologi? Così ridusse gli italici cervelli sessant’anni di indottrinamento comunista. tra cose che non si fanno per preservar ‘na mazza, e cose che si fanno con i piedi senza che non spunti mai un colpevole a meno che non sia Berlusconi questi non trovano di meglio di fabbricare autorità. E codeste autorità, fulgidamente investite di ultrapoteri ci vengono ammannite nello schermo a profferir sentenze copiate un po’ dal mitico Catalano di Indietro tutta e un po’ dal moralizzatore delle Iene, però in giacca e cravatta, possibilmente di Marinella. IL problema non è la mazzetta, ma è che dietro la mazzetta, non c’è nulla. Fosse per me la istituirei per legge: mazzette a chi fa bene a tutto spiano, mazze per chi non fa. Si ripartirebbe alla grande.

Non sono certa che possa dirsi: “l’Italia salvata dai bambini”, e so pure di non essere in sintonia col Cav, che preso da senile amor per il giovinetto magari farebbe votare pure la Bonino. Occhio: la vispa scolaresca tra qualche giorno sarà chiamata ad eleggere il monarca, che per mutazione genetica non è più un tagliatore di nastri da gran tempo, e noi sognamo, sognamo che finalmente ci sia uno che non ci faccia spernacchiare dai cinque continenti e nello spazio, che si ricordi che, benchè poveracci, siamo tutti persone e che non abbia il cervello della mummia di Stalin. Ci sveglieremo male, amici. EccheDiocelamandibuona. Felice anno.

Angela Piscitelli
Zona di frontiera, 5 Gennaio 2015


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