AGLI’ E UOGLIO

In questi giorni le novità si affastellano.

Elezione del nuovo papa. Andate a rimeditare il Ratzinger di Ratisbona. Fu un discorso-meditazione sorprendente, profetico. In realtà, Ratzinger ha ʺsceltoʺ Bergoglio. Come abbia fatto per riuscirci, è un altro discorso. Bergoglio è il braccio di Ratzinger; Ratzinger è la mente di Bergoglio. In un mio precedente scritto avevo espresso il sospetto che le faccende italiane avessero parte non piccola nel gesto di rinuncia di Benedetto XVI°. Il fatto è che la situazione italiana è la punta di diamante di una tragedia mondiale. Siamo, per così dire, importanti per esemplare negatività. Inoltre, si noti quanto tempestive siano le considerazioni ʺeticheʺ di papa Francesco. Vi è la necessità di superare uno scalino mentale, di accettare pensieri talmente importanti, da sembrare luoghi comuni alle persone volgari. La filosofia del perdono riflette una faccenda seria: v’è una entropia morale, che corrisponde alla negazione del perdono. Il perdono gela le tendenze negative dell’animo, e fonda quelle positive.

Elezione dei due presidenti di Camera e Senato. Sono due personaggi-luogo comune. Piero Grasso suscita un singolare sentimento, di avversione mista a tenerezza (dunque, non proprio la tenerezza di papa Francesco). In Italia abbiamo molti giocatori di tresette del venerdì sera che potrebbero sostituirlo. Istruttivo notare la differenza che corre tra il ʺluogo comuneʺ di papa Francesco, che è rivelazione (di questi ʺluoghi comuniʺ vive lo spirito: la verità è evanescente, tende continuamente a sbiadire; occorre ridipingerne senza sosta i chiaroscuri), e il luogo comune di Grasso, che è menzogna ritenuta verità per pigrizia mentale, per consuetudine con le banalità, o per furbizia. Esempio: ʺl’Italia ha bisogno di una magistratura indipendenteʺ. Bravo; sono proprio questi il presidente e la verità di cui avevamo bisogno. (Tra parentesi: ma il Cav. ogni tanto scambia idee con Ferrara? Oppure: Ferrara è abbastanza tuosto da servirgli a pranzo ed a cena i suoi pareri? Se non lo fanno, ebbene per favore comincino subito).

Della Laura Boldrini non dico, per non dire cose esatte. Niente ironia: è esatto ex lege tutto ciò che riguarda la nuova etica democratica. Esempi: femminismo sì; nozze etero no; nozze omo, sì sì; la pasta deve essere al dente, sì; pedofilia, no; la mafia è da sopportare, no; etc. Tutto vero: cose che un tempo, tra persone di qualità, spingevano al fare, non al proclamare. A casa mia gli omosessuali erano accettati con gioia (erano considerati intelligenti, e lo erano) senza neppure parlarne… Chi mai pensava di occuparsi della biancheria intima del prossimo? Rimozione? Embè, che c’è di male? Proust era omo, e si masturbava tre volte al giorno. Femminismo? Mia madre è stata un vero e proprio genio delle arti figurative e della musica; chi mai, chez nous, riteneva che le donne fossero di qualità e di capacità inferiori agli uomini? Certo, c’era gente che lo pensava; le mezze calzette. Come oggi, tal quale. E poi, tornando alla Boldrini, dire nella prima estrernazione: ʺlasciateci lavorareʺ, è una esortazione maleducata, e un po’ fessa. Protesta anticipata sulla eventuale motivazione: come la racchia che squittisce: ʺmamma mamma Cicco mi tocca!ʺ, ben prima che il Cicco si muova. Di tutta ‘sta roba ne abbiamo le tasche piene. Essa, come il ʺplebeismoʺ di cui parla Ortega y Gasset, è il trasferimento nella zona della retorica strumentale di faccende che invece spingerebbero solo al fare. Ora et labora, porca miseria. ʺFotti e taciʺ. Eliminare ingiustizia e povertà: certo, è l’unica cosa che conta. Ebbene, fàtelo. Presto, bene, e sempre di nuovo.

Ultime esternazioni di Re Operetta (non lo chiamiamo più Zarzuela in omaggio alla bellissima loquela ispanica del papa). Il nostro Re è lo specialista del luogo comune superfluo. Dico, i suoi luoghi comuni (ʺammonimentiʺ, ʺmonitiʺ) si sono fatti più o meno aeriformi coll’approssimarsi del fine-mandato. La paura scema. ʺMe la svigneró dalla cima del vulcanoʺ. Se ne andrà? Ma sì, e sarà ricordato come colui che pose il marmo sul nostro sepolcro. Oremus. Ma, prima di squagliarsela, farà qualcosa di buono? Ma sì, come no, qualche carocchia alle masnade giudicanti di Napoli e di Milano!?… Sarebbe, è, sarà bello. Si può sempre ʺfar beneʺ; anche Vietti, ad esempio, ha ceduto al piacere di tastare un bel paio di seni freschi. Non si sa mai. Riccardo Ricciardi, uomo stupendo che conobbi proprio quando aveva più o meno gli anni del nostro Operetta, in un elegante ristorante di Firenze, nel momento postprandiale della sincerità, mi disse sognante: ʺora, dopo il cognac, a nanna con una bella donnaʺ. La pensa così, l’Operetta? O è contrario al ʺfemminismoʺ!? Intanto, la sua cena, non quella di Ricciardi, è stata copiosa e lunga. La ʺcena delle ceneriʺ al Quirinale!

Invettiva della Annunziata contro Alfano. Ma come, Annunziata mia! Ed io che, presuntuoso, osavo l’idea d’invitarla a pranzo al ʺDente d’oroʺ! Penso, invece, che sia ispida come tutta la ʺggenteʺ di sinistra, inviperita a vita per lo storico tonfo delle ʺmagnifiche sorti e progressisteʺ, sorti, tra l’altro, trasformatesi da sé in reazionarie. Immaginate la situazione della Sinistrèdine: siedono sul vuoto, dopo cent’anni di padelle e sangue, sangue e fiaschi, senza una sola tradizione, che dico una! Niente. Tutta la loro storia, nella testa rimbombante del Bersani, e ci resta ancora spazio! Nulla! E allora, per le tante illusioni perdute, dobbiamo pagarla cara noi -: questa la nuova filosofia. Pensate! La Annunziata avrà immaginato, qualche anno fa, di poter addirittura diventare la Nilde Jotti di qualche scazzarato Palmiro Togliatti dei nostri tempi! Un Bersani? Una sorta di filosofessa-di-sinistra! Diciamo una Ada Luxemburg, o almeno una Rosa Gobetti, una Angelica Schucht o una Tania Balabanoff! Una Kuliscioff, perbacco! Meglio di niente! E invece nisba! Proprio quando la fessaggine degli elettori italiani stava per aprire la sospirata prospettiva d’una piccola Repubblica Sovietica “agli’ e uoglio“… Ora però corre il rischio di diventare ‘a maccarunara della società Taralli caldi che Bersani e Grillo stanno per fondare, forse con successo!… Ci andrà, divisa stile McDonald, cappellino a busta gialla e grembialino? Già ce la vedo, il sembiante è du rôle… E poi, ci spieghi: perché mai andare a protestare innanzi alla porta dei Minosse sovietici sarebbe cosa ʺimpresentabileʺ, e presentabile, invece, continuare a tormentare Berlusconi con false imputazioni ad orologeria? Oppure, à la soviétique, la forma deve prevalere sul contenuto? Sono queste la giustizia e l’eleganza, a mammà!?…

Ascoltate, parla ancora! –Che dic’, bell’e mammà? – Dice: jatevenne aff… etc. Buon sangue non mente.

Leonardo Cammarano
Zona di frontiera, 21 Marzo 2013


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