BERLUSAURO

Manna per pennivendoli in questo grigio inverno di pioggia e tasse, musica per le orecchie di piemme disoccupati, ghiotto babà per speculatori appannati.

Lui ha atteso paziente, e intanto continuavano a dirgliene di tutti i colori: che era colpa sua se il partito non si faceva, se la linea politica era curva, se il Pdl era defunto, se nel ragù c’era troppo sale e se il melone era uscito bianco. Lui lo diceva sommessamente sotto l’ombrellone, che di questi qui non ne poteva più, che lo chiamavano a fare il ventriloquo, a dir cose che non pensava, a sorridere a destra e a manca, che l’abito da padre nobile gli stava stretto e lo faceva sembrare uno spaventapasseri lobotomizzato. Se si azzardava a chiarire il suo pensiero beccava calci negli stinchi da Gianni Letta, tanto da costringerlo a curarsi a Montecatini le coscine livido-blu.

StoicoCav sperava nel ragazzotto – lui resta un ingenuo -, non ha ancora capito che gli elefanti non perdonano. “Lui ci tirerà fuori dagli impicci e io me ne sto a Malindi a guardare, sole drink, panama”. Già, ma mica stiamo in Inghilterra, noi. Qui non si muove foglia che Re Giorgio non voglia; e Re Giorgio la gerontocomunistocrazia ce l’ha nel sangue.

AddomesticatoCav se ne stava al guinzaglio di Alfano, dispensando miti apprezzamenti sul governo, guardando bonario Casini che da buona “zita cuntignosa” diceva all’Angelino innamorato: «no, cu te, no!, io al centro sto!, per fotter tutti un pò»; il tutto mentre Montezùm scendeva in campo senza scendere, Giannetto studiava come fermare il declino, Ingroia faceva i comizi Maya e i compagni s’incaricavano di impallinare tutti i dissidenti.

Ma OttimistaCav, dopo un furtivo bacio della morte, non baciava più e attendeva speranzoso.

Poi domenica, mentre trattenevamo il fiato in attesa del miracolo, eccoti una riedizione, manco riveduta e corretta, del Jurassik Park: il bambolopettinosauro Bersani, l’orecchinosauro Vendola e la bindisaura furiosa, tutti in gran fretta a spegnere i televisori, alle volte sfuggissero dalla prodigiosa scatoletta e ci distruggessero la casa. Mica quella delle libertà: la nostra.

E fu in quell’attimo che – come avviene nei migliori cartoni animati -, MastroCav ebbe un sussulto: a dinosauro, dinosauro e mezzo, ma almeno un pò più creativo.

Certo, ha fatto un cumulo di fesserie grande quanto il Vesuvio; certo, non ha l’esercito; certo, non sa usare Internet; certo, gli faranno uno “spread tanto”; certo, dovrà darsi da fare per difendersi dagli assalti dei riposizionanti; certo, già Saviano dice che con lui ci sarà il voto di scambio e per consolarci bisogna legalizzare l’hascish; certo, la metà e più del suo elettorato sta dicendo: “ma questo qui, che vuole ancora?”

Ma gli altri, li avete visti? Poteva davvero lasciar correre i dinosauri da soli a finire di sfasciare il poco che resta? Credete voi che queste buffe primarie per il candidato premier senza coalizione avrebbero risolto il problema?

Forse ci arriveremo lo stesso al Montibis, ma almeno le carte sono sparigliate. Tra cattocomunisti di ogni colore almeno ci sarà un competitore surreale, sfiaccato, ma liberale. E poi i “criscenzielli” di tutti i perbenisti in coro, i caviar, i nasoinsu, i puak, fanno ben sperare: significa che un margine, piccolo piccolo, esiste per contrastare l’appiattimento tecnocratico. Non vedete che le luci si sono riaccese, la scena si è animata, gli zombi immobili ricominciano a camminare e che alle nebbie di una rassegnazione senza appello si sono diradate per far posto ad una incacchiatura generale? E che è? Sto ronzino suonato fa tutta questa paura? Ma come!, dovrebbero essere contenti di competere con una simile schiappa demodée.

Sappiamo che le tattiche della conservazione saranno due: la distruzione a mezzo calunnia, ed il ridicolo. I corrispondenti all’estero hanno già le penne alla dinamite puntate per sberleffare l’Italia. La partita è più grande di noi e si gioca in Europa dove i dinosauri sono fortissimi. Ma lui è incosciente, lo sappiamo. E Don Chsciotte è uno splendido romanzo anche se finisce male. E noi, oggi, siamo fieri di essere Sancho Panza e da idealisti imbecilli abbiamo un sogno: quello di cambiare il finale, si!, dimostrare che anche nei nidi di quest’anno, qualche passero c’è. Ho detto Passero, non passera.

Angela Piscitelli
Zona di frontiera, 8 Dicembre 2012


Un commento a “BERLUSAURO”

  1. Cara Angela, condivido il tuo articolo in pieno. Mi aspettavo che il nostro marziano uscisse dal letargo. Appena hanno avvertito che il gioco poteva anche finire male, si sono preparati i tirannosauri, dicendo “di
    qui non si passa,è inconcepibile che si ripresenti”.
    Non lo so francamente come finirà,ma sono felice che il marziano si sia rotte le palle. Sarà una battaglia impossibile? Si ricompatterà il centro destra? Ormai la caccia è aperta c’è solo un bastone da mettere nell’ingranaggio del potere,la ruota dentata si può fermare. E vai Silvio, con tutte le cazzate che hai combinato, sei ancora capace di fare il bunga bunga , fregatene, attacca questi zombie, queste oscene marionette. Facci sentire i tuoi discorsi,parla e attacca.Nel suo profondo ilpopolo non ti ha mai abbandonato, e tu lo sai. Coraggio, cittadino di Marte, vinci sui disumani, vecchio pirata.


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