LOMBARDO E LA “GRANATA SICILIANA”

Oggi, con la decisione del gip di rinviare a giudizio Raffaele Lombardo, si apre un nuovo periodo per la politica siciliana. Certamente la Sicilia è sempre stata un grande laboratorio politico che, in alcuni momenti, ha espresso idee, movimenti e linee guida belle e affascinanti; grandi uomini politici come Don Sturzo hanno avuto i natali in questa prestigiosa terra.

Ma non è questo il concetto che voglio analizzare, oggi parliamo del grande Fabio Granata, ho dimenticato la parola onorevole solo per caso e me ne scuso subito. L’ex assessore della regione Sicilia – con Cuffaro presidente – e attuale leader di FLI, finiano Doc, uomo di destra duro e puro come ama definirsi, deve passare un momentaccio. Dopo essersi eretto a paladino della giustizia e legalità, ieri ha visto rinviare a giudizio, cosa che avverrà in automatico entro 10 giorni, il presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta “Iblis”.

Un rinvio a giudizio non è una condanna definitiva, come del resto sanno tutti i garantisti, ma forse occorre ricordare cosa affermava Granata in merito a suoi colleghi inquisiti e poi assolti: “un politico deve essere al di sopra di ogni sospetto”. Parole sacrosante, ma credo che un politico accorto dovrebbe anche avere il coraggio di dire “ho sbagliato”. Difficilmente lo farà, ma sarei curioso di sapere se, quando alla guida dell’Ars (il Parlamento Regionale siciliano) c’era Cuffaro, ci furono degli scontri tra lui e i giovani ragazzi di destra che chiedevano le dimissioni dell’allora indagato presidente. Non credo li ascoltò. O forse non li sentiva? Del resto gli uffici romani dell’allora leader di An Gianfranco Fini erano grandi e quindi l’acustica poteva essere scarsa. Lo stesso Fini probabilmente all’epoca era distratto, ma sono cose che capitano.

Seguì l’uscita dal governo e dal Pdl, sbattendo la porta, al grido di ladri e mafiosi ed oggi – ironia della sorte o legge del contrappasso – esplode il caso Lombardo. Stavolta il problema è politico e non se ne uscirà facilmente. Il no a Costa a Palermo, il no ad alleanze con partiti che non sono garanzia, secondo lui, di legalità, come il Pdl, adesso impongono, per coerenza, ben più di una riflessione. Lui che è una persona onesta, e su questo non ho il minimo dubbio, abbia il coraggio di fare un passo in avanti e scarichi Lombardo, prima che esploda anche la grana/Granata nella politica siciliana. Ma, come si dice, ci sono cose che si fanno e cose che si sentono. E al cuore non si comanda. Basterebbe solo capire dove batte questo cuore.

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