IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

Strano paese l’Italia dove si santificano tutti coloro che servono ad abbattere l’avversario politico di turno, non importa con quale metodo: il fine giustifica i mezzi, in Italia. Berlusconi è un’anomalia, lo sappiamo da 17 anni, e viviamo ogni giorno come fosse un ”giorno di ordinaria follia”, assalti alla baionetta, imboscate giudiziarie, fiumi di veleno che sgorgano da “prestigiose penne” indigene della carta stampata. Difendere Berlusconi non è difficile, è impossibile. Complotti, escort e tutto quello che volete, ma non possiamo vivere in una situazione da guerra civile, ogni giorno, anche perché Berlusconi ci mette del suo in ogni vicenda e molte volte il silenzio è la miglior difesa.

Un politico non deve essere né disonesto né ingenuo, e Berlusconi – se non è nessuno dei due casi riportati – è un’incosciente e spregiudicato, e questo forse è ancora peggio. I meriti del Cavaliere sono immensi, in questi anni ha costruito un popolo del centro destra che rappresenta il 30% dell’elettorato italiano. Un risultato impensabile 17 anni fa, ma questo popolo va guidato e non lasciato in balia degli eventi. Il Pdl era nato come un partito variegato e con una forte spinta della base, ma da almeno 2 anni è la base stessa a chiedere un cambiamento generazionale. Alfano è sicuramente una grande risorsa per il partito, ma riuscirà a superare i correntismi del partito e ad accreditarsi come un vero leader? Formigoni è da 20 anni che cerca di fare il premier e probabilmente dovrà aspettare ancora altrettanti per sperare di farlo. Alemanno e la Polverini rappresentano un forte radicamento sul territorio, ma con la destra del Pdl non si vincono le elezioni in Italia.

La Coalizione di governo ormai sembra superata dagli eventi, Bossi non è più in grado di controllare la Lega e il dopo Bossi ormai sembra delinearsi nella figura di Maroni. Alfano-Maroni è un binomio che sembra credibile, ma che non basta per arrivare a vincere le elezioni e a fare una vera rivoluzione liberale. Fini? Ormai rappresenta solo se stesso. Occorre guardare al centro di Casini. Non credo che, allo stato attuale, sia possibile un’alleanza Pdl-Lega-Udc ma la politica è un animale strano e imprevedibile e quello che oggi sembra impossibile domani potrebbe essere realizzabile.

In tutti questi aspetti negativi c’è una sola cosa positiva: l’opposizione non esiste. Sono divisi, non hanno un progetto chiaro e credibile per il dopo Berlusconi. Vendola affascina come una vecchia auto che tutti vogliono, ma che nessuno userebbe per fare un lungo viaggio come quello che deve compiere l’Italia. Tonino Di Pietro forse è l’unico che riesce ad avere un progetto chiaro: affondare il partito democratico, e ci sta riuscendo. Infatti il partito di Bersani è in un angolo e non sa come uscirne, sa solo chiedere le dimissioni di Berlusconi, non sa con chi allearsi e non ha un progetto credibile per il rilancio del Paese. Basta leggere la lettera della Bce inviata al governo per evitare la bancarotta: nessun governo di sinistra sarebbe in grado di attuarla senza uno sommossa della propria base. Rimane la società civile, ma se il futuro e il nuovo dovessero essere rappresentati da Montezemolo e Profumo, meglio sorvolare.

Occorre pensare al bene comune e al Paese alla svelta, il governo non arriverà al 2013, quindi tutte le forze sane devono prepararsi a raccogliere la sfida per rilanciare il sistema-Italia. Credo in un progetto liberale che parta dalle menti migliori del Pdl come Alfano, Meloni e altri, per arrivare a Maroni e Casini. A sinistra non ci sono problemi: il candidato d’emergenza c’è e si chiama Romano Prodi. Dispiace solo che il popolo di centro-destra viva in silenzio e con sofferenza questi momenti della vita politica italiana. Un silenzio assordante, un silenzio che grida ai dirigenti di centro-destra: “o fate pulizia o vi spazziamo via alle prossime elezioni”.

I tempi sono ristretti ma tutti i giochi sono ancora aperti. Bisogna però svegliarsi e non “tirare a campare”, altrimenti meglio tirare le cuoia. La gente è stanca e ha bisogno di risposte. Se verranno date il popolo si riavvicinerà alla politica, ma attenzione: non servono rottamatori, ma portatori di idee e legalità, portatori di principi e tante nuove giovani facce. Costi quel che costi: o si cambia il Paese o salta tutto. La meritocrazia in Italia non esiste, ci sono 3,6 milioni di statali, sprechi in ogni comparto della pubblica amministrazione, si deve tirare la cinghia? Gli italiani sono pronti a farlo, ma solo se ci sarà un progetto vero e credibile per il Paese.

Non è tollerabile che alcuni pubblici ministeri si ergano a paladini intoccabili sopra ogni cosa: la politica e la magistratura sono poteri che devono rimanere distinti, altrimenti si rischia una rivoluzione francese, iniziata con la presa della Bastiglia e la decapitazione di Luigi XVI, per poi arrivare a Napoleone imperatore. Non si può provare simpatia per i disonesti, ma nemmeno per i giacobini. Purtroppo in Italia queste due categorie sono inflazionate.

Occorre investire nei giovani e nella loro forza, nella loro voglia di mettersi in gioco… poteri forti, lobbies e partiti permettendo. Bisogna credere in una nuova Italia, dobbiamo crederci, altrimenti si rischia lo stesso destino capitato all’Argentina, con conseguenze ancora più devastanti. Crediamoci, anche perché non ci sono alternative.

Massimo Martini
Zona di frontiera, 2 Ottobre 2011


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