IL NUOVO MARCHESE CARUSIELLO

Mio nonno Giacinto Ciamarra, vero “principe del Foro” partenopeo, era molto amico dell’avvocato Brindisi, sindaco di Anacapri. Che bei tempi! Si andava a banchettare da Settanni o da Giovanni ai Faraglioni, senza alcuna tema che i magistrati democratici ci incriminassero! Certe mangiate di ravioli alla caprese, seguite da arrosti e stracotti, e concluse con tonnellate di fichi “dottati”, quelli con la goccia! E quella schifezza del vino di Capri, questo mi permetto di dirlo perché il vino di Capri non è vino di Capri! E il tutto a mare, al sole, sotto la pagliarella! C’era un amico comunista, Tignani si chiamava, che ci trovava da ridire; lo mandavamo a farsi fottere tutti i santi giorni, altro che storie! Una pizza! Che tigna! L’avvocato Brindisi, a sua volta, conosceva un altro avvocato, che si aggirava pertinace per via dei Mille, da lui soprannominato “‘O Marchese Carusiello”. Come forse non sapete, a Napoli c’era, e forse c’è ancora, una genίa di avvocati che “si portava lo studio in tasca”, e che esercitava tra via de Mille e San Pasquale cosi’, “all’erta all’erta”! Bene, a questo Marchese assomiglia infine, come goccia d’acqua a goccia d’acqua, il Giudice Lepore. Per tale ragione sentimentale, e anche perché egli, dico Lepore, ha come Marilyn Monroe “una bocca con la quale puo’ dire cio’ che vuole”, gli perdono tutte le cattiverie che ha detto, o che ha forse in animo di dire, sul conto del mio Cav.

Vero è che il tipo “marchese Carusiello”, a Napoli, è comunissimo, lo si conta a centinaia, lo s’incontra ad ogni angolo di vicolo, e tuttavia la “bocca Marilyn” non è proprio comunissima. Ne sapeva qualcosa persino D’Annunzio che pure, in quanto semifascista non capiva un bel Marx: “‘Nu vasill’a perzichillo / ‘ncopp’a ‘sta vucchella appassitulella”. Bravo d’Annunzio, proprio un colpo d’artista! “Appassitulella” o forse “appassituliatella”, fa sempre lo stesso, il Marchese Carusiello è là, c’è tutto.

Quanti ricordi! Io avevo anche un meccanico (dico, di quelli che accomodano e le automobili) a Riviera di Chiaia, che assomigliava anche lui ai due Marchesi Carusiello, il nuovo e il vecchio, tale e quale! Di più: era comunista, il brav’uomo; cio’ rendeva la somiglianza perfetta anche dal punto di vista psicologico. Mi diceva sempre, con sufficienza: “Dotto’, mo’ che saglion’ ‘i cumpagne!…” e qui si fermava, con aria tra minacciosa e bonaria. Erano altrri tempi, Berlusconi non esisteva ancora, cosicché lui, il meccanico, non poteva mandargli un ordine di comparizione, come certo avrebbe fatto se i tempi avessero coinciso. Oggi tutto è più facile. Fai girare le scatole ad uno della parrocchia di sinistra, e lui subito si vendica inviandoti una intimazione a comparire. Beninteso, una a te ed una al Cav., come invece ha potuto fare il Marchese Carusiello. E poi il mio meccanico della Riviera aveva anche altre caratteristiche anticipatrici. Andavo a farmi aggiustare i freni da lui, prima di partire per Roma ad esempio, e lui subito con la tipica aria alla marchese Carusiello mi ribatteva: “Dotto’, nun v’aίta preoccupà! vuje che frenate a ffà!?” Tipico ragionamento di sinistra.
Questo per dire che già a quei tempi quelli con la bocca alla Marylin “potevano dire quel che volevano”. Ma con questo intendo dire anche, ripeto, che la vucchella appassituliatella non è proprio da tutti i Marchesi Carusielli di questo mondo. Per cui, intendo, non tutti, quindi, possono proprio “dire quel che vogliono”. Intanto si dice, e io ci credo, che la maggior parte dei giudici italiani, forse anche Di Pietro, sono bavissime persone (di solito appartenenti al conglomerato “Magistratura indipendente”, duri, loro, altro che piperno e bardiglio!).

Ebbene a questi molti giudici galantuomini io dico:
“Amici! Ma ci siete, o dormite? Se ci siete, come dicono che ci siate, ebbene battete un colpo”!
(Qui, attenzione: “battete un colpo” non significa mica “sparare con un’arma da fuoco” o simili. Non vorrei avere noie con la Giutizia per un’espressione che a mio giudizio, e anche per il comune opinare, vuol dire soltanto: “se ci sei, fatti sentire”. I Giudici italiani sono coscienziosi e zelanti, questo si’, ma le frasi idiomatiche, o “sintagmi cristallizzati” che dir si voglia, hanno anch’essi i loro diritti, e qui non c’è Tribunale che tenga).

Torno a bomba (e anche qui, attenti, è solo un sintagma cristallizzato):
“Moltitudinarî giudici galantuomini, svegliatevi! Come è possibile che lasciate dire ai vostri confratelli muniti di “bocca alla Marilyn”, come verbigrazia accade nel caso del Marchese Carusiello, tutto quel che Marx vogliono!? Che Marx volete dal mio Cav? Perché non vi fate i Marx vostri? Sono modi, questi? E che Marx! Voi mi direte: ma dottor Cammarano, non sapete dunque che qui non si scherza, e che tra intercettazioni, fililli e ‘nticchie, come si dice a Napoli, rischiate l’incriminazione e buonanotte al Marx!?”

Io, intanto, ‘nu vas’a perzichillo al Marchese Lepore vorrei proprio darglielo. E’ più forte di me! Non è che per il mio rispettosissimo tentativo di baciargli la vucchella mi manderà un mandato di comparizione!?

Leonardo Cammarano
Zona di frontiera, 18 Settembre 2011


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