L’ipocrisia regna sovrana nell’U.E. anche rispetto al tema degli immigrati (o “migranti”, come si ama dire oggi). L’Italia avrà commesso tanti errori, ma l’atteggiamento degli altri stati membri è a dir poco vergognoso, almeno per chi abbia occhi per vedere cosa sta accadendo davvero.
La situazione nei paesi di quella parte dell’Africa che volge il suo sguardo al Mediterraneo è lungi dall’essersi stabilizzata, ed anzi è in continua evoluzione.
Con il conflitto innescatosi in Libia, essa sta conducendo ad un notevole aumento del traffico dei clandestini nel Mare Nostro.
Vale la pena di ricordare che non tutti gli immigrati che stanno giungendo sulle nostre coste sono profughi, mentre molti di essi sono solo le ennesime vittime di un vero e proprio mercato degli esseri umani dietro il quale vi sono organizzazioni criminali, mafiose, che attraverso “smuggling” e “trafficking” producono ogni anno fatturati di decine di miliardi di dollari.
In questo quadro, l’Italia appare essere comprensibilmente una delle mete di approdo preferito. Attenzione, però: parliamo di meta di approdo, non della destinazione ultima degli immigrati, come dappresso si preciserà.
Dovrebbe apparire chiaro a tutti – anche agli entusiasti del meticciato e della società muticulti – che il nostro paese non può offrire un aiuto adeguato a tutti i disperati che vi giungono.
Ad oggi, sono arrivate – dall’inizio dell’anno – circa 15 mila persone, e quasi tutti sono clandestini. Ma, evidentemente, non è che l’inizio…
I CIE sono prossimi alla saturazione mentre Lampedusa, a causa degli ultimi sbarchi, sta vivendo una situazione, se non addirittura esplosiva, di forte disagio.
Per questo motivo, tutti i paesi dell’Ue, in base ad un principio di solidarietà, dovrebbero farsi carico dell’assistenza agli immigrati in arrivo in Europa.
«Gli Stati Ue vogliono mostrare solidarieta’, e allora devono trasformare questa solidarieta’ in realta’», è stato solo l’ultimo sfogo – di poche ore fa – del Commissario agli Affari Interni dell’Ue, la svedese Cecilia Malmstrom, sempre più insofferente verso l’indifferenza della Francia e degli altri paesi dell’UE.
Una reale collaborazione nella gestione dei flussi migratori, a dirla tutta, dovrebbe essere imposta innanzitutto dal tanto sbandierato (per giustificare interventi militari di fatto coloniali) valore di “humanitas”.
Buona parte di coloro che raggiungono in queste ore le nostre coste è composta da clandestini le cui mete preferite sono la Francia e la Germania. Lì giungeranno, ovviamente, dopo aver sostato per un po’ nel nostro paese, per evidenti ragioni di maggior prossimità. Ma, allora, perché tutti i paesi europei – ad eccezione dell’Italia – si oppongono al “burden sharing” (letteralmente: “suddivisione del peso”), vale a dire alla ripartizione dei “rifugiati” tra tutti gli stati membri?
E’ evidente che, alla lunga, e gradualmente, i clandestini raggiungeranno le loro mete definitive…
Non v’è chi non veda che è proprio qui che si annida l’ipocrisia di stati come la Francia.
I governanti di essi intendono nascondere ai loro elettori la migrazione di masse di persone verso i propri paesi, cosa che emergerebbe in maniera palese nel caso di “burden sharing” ma non attraverso una migrazione più lenta, diluita nel tempo, nascosta.
Calcolo e cinismo conducono a far credere che il peso degli arrivi graverà su altri paesi (Italia in primis) mentre, in effetti, si sa che non è così.
Applicare il principio secondo cui gli immigrati vanno immediatamente divisi tra gli stati membri attraverso meccanismi effettivi di cooperazione tra essi, con la distribuzione concordata di immigrati regolari, richiedenti asilo e rifugiati, richiederebbe oltre ad un maggior senso di responsabilità, anche un certo grado di schiettezza verso i propri elettori. Che questi signori – pronti a innescare avventuristici conflitti per la grandeur e per il dominio del Mediterraneo, non per altro – non hanno.
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