LARGO AL GIOVANE!

Sí, largo ai giovani. Anzi, al giovane: in Italia ce n’è uno solo. Il resto sono vecchie zitelle, comari, vecchi somari, mummie, fifoni, apprendisti profittatori, giovani ʺtroteʺ affette da senilità precoce, etc.

Direte: ma che può fare di buono, questo giovane matto? Mi faccio coraggio, emetto delle ʺconsiderazioni d’un impoliticoʺ come fece Thomas Mann. E alla domanda di cui sopra rispondo ʺa metroʺ, come si fa con la pizza a Vico Equense:

Anzitutto, deve fare proprio il matto. Ovvero, tutto quel che voleva fare e che il duo Casini-Fini, coll’aiuto previo del Bossi, quello della fiala al mare, gli impedì di fare. In genere, sono proprio le cose vecchie le vere novità. Finché non le si fa, le cose restano nuove. Io qui darò al nostro amato giovane solo alcuni consigli di contorno. Di contorno sì ma, ritengo, utili. E, prima del prima di tutto: si renda conto che, se riesce a farsi avanti (ancora non ci credo), quelli che lo circonderanno, così come quelli che lo hanno circondato finora, si occuperanno principalmente di isolarlo. Gli escrementi DC/PCI sono maledettamente appiccicosi, peggio del silicone. Questa volta, dunque, crei un qualche sistema ʺon lineʺ che gli consenta di parlare direttamente con noi, suoi indomiti aficionados, almeno una volta al mese. Ciò premesso:

– Faccia anzitutto quel che è, ovvero il giovane (matto). Il matto: cosa che, in un Paese di saggi (?), è talmente molto, da esser troppo. Il re dei saggi, ora come ora, è Re Giorgio. Stiamo freschi! Di savî, pavidi Yesmen, ʺne abbiamo bastaʺ, come diceva un mio amico italianista.

– Faccia il matto anche in Europa. L’Europa sta appunto morendo di senilismo idiota. Bruxelles e Strasburgo sono gerontocomi, non manicomi. Conformisti rabbiosi senza idee (alla maniera di Martin Schulz), tipi aux normes, come dicono i Francesi che, si sa, pretenderebbero di imporre regole anche alla sregolatezza. Credono ancora che la creatività sia quella gauchiste tipo ’68 (ʺl’imagination au pouvoir!” e fesserie consimili). Lui, resti ben ritto in piedi, tra la Merkel e la Bindi. Augurî. Starsene tra quelle due arpie chiatte sarà il peggio. Se supera la ʺprova delle due megereʺ, il più è fatto. Stomaco!

– Tagli molto, non in modo lineare ma nemmeno secondo merito. Tagli solo quando sia sicuro che il risultato finale non sarà la fame di qualcuno. Altrimenti detto, la fame è già di per sé un merito.

– Ricordi sempre che la Magistratura è un servizio sociale, e basta. Tocco piantato sulla zucca e tovagliolo ripiegato sul braccio. ʺQualcunoʺ, una sessantina d’anni fa, pensò di armarla. Cretino: ora lei crede di essere lo Stato Maggiore dell’Artiglieria Nazionale.

– Ricentralizzi subito, alla faccia del Bossi, quei servizi dello Stato che non possono essere regionalizzati. La sanità e la difesa dei Monumenti non sono faccende da consigli regionali, municipali, di quartiere e di paese. Basta demagogia fessa. Il popolo mica sa comandare, come credono quel simpatico testone del Bersani e quelli dei Centri Sociali. Si torni alla ciabatta e allo zoccoletto. Ne sutor ultra crepidam!

– Dia finalmente spazio agli ʺuomini di culturaʺ, che non sono i cazzoni che praticano ʺla cultura decaduta a culturaʺ (Wiesengrund Adorno), ma bensì quelli che sanno che la cultura è più grande di noi: ad es. è cultura quella in difesa dell’Italia, che è una grande terra colma di cultura.

– Dare ordini per allestire di nuovo boccette d’estratto d’immondizia, da distribuire a Michele san Toro e vacche consimili. Il vizio!

Poi ci sono le cose che non deve fare più:

– Non buttare le braccia al collo di nessuno. Basta barzellette ed altri mezzi di simpatizzazione. Muso duro e alterigia, come pare stia già imparando a fare. Incazzature, anche simulate, il più sempre possibile. A tal proposito, consiglio quella tecnica di discorso che Ennio Flajano, se ben ricordo, apprese da un vecchio cinese: la tecnica del Waph-an-koolow. Pare sia ottima. La proverei p.es. con re Giorgio. Ma ora la cosa principale è che la gente ha tragicamente fame. Le barzellette non si mangiano.

– Smetterla di credere che il Mago Urban, Lele Mora e il Maestro Apicella siano presentabili.

– Le ragazze, siano tutte all’incirca ventenni. Di fede comunista (sono le più oneste, lavorano per la causa). Eviti il tipo fumatrice, uso Lewinsky.

– Frequenti, di tanto in tanto, buoni concerti e musei. È importante per darsi importanza, come fanno tutti. Un po’ alla volta, ci si abitua. Le cose raffinate cominciano col romperti le scatole; poi, col tempo, te le rompono quelle grossolane.

– Vita sessuale: faccia come facciamo noi tutti. Pecca fortiter. Si diverta a più non posso, ma ʺdi nascostoʺ, come consiglia Epicuro. Come fanno tutti gli onorevoli senatori e deputati, usando ad libitum quel che vuole, uomini, donne, e sessi intermedî. Ma non ceda alla tentazione della santità, come fece il Marrazzo.

– Per l’impotenza senile, non si preoccupi. Tempo fa un miliardario polacco di mia conoscenza, ottantenne allegro che vive sulla costa californiana e si occupa di cortometraggi sul tema ʺpitaleʺ (quelli da aggiungere ai film comici da inviare in Germania, ad uso di intellettuali tipo Schulz etc.), mi ha detto: ʺMi fanno ridere quando parlano d’impotenza senile. Impotenti sarete voi! Ho dieci dita e lingua agile, ch’è tutto quel che ci vuole.” Sante parole!

Ed ora, via! Dio lo benedica. Spero che ce la faccia. Ma lo spero non per lui, bensí per l’Italia e per noi. Per lui invece, sinceramente, spererei che non riesca affatto. Le spiagge tropicali sono deliziose, ma le nostrane sono a tiro di buone pizzerie. Certo, la gente dei tropici è meno fessa, stomachevole e disonesta dei nostri parlamentari; ma non si può avere tutto, nella vita.

Leonardo Cammarano
Zona di frontiera, 12 Dicembre 2012


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