ANTIPOPULISMO

Il vertice, nella geometria solida è: il punto in cui almeno tre facce di un poliedro convergono (ad esempio il vertice di una piraimide). Esso è dunque formato dall’intersezione di tre o più diversi spigoli.

Qual masso che dal vertice
Di lunga erta montana,
Abbandonato all’impeto
Di rumorosa frana,
Per lo scheggiato calle
Precipitando a valle,
Batte sul fondo e sta;

Barbera e champagne, stasera beviam
per colpa del mio amor, pa ra pa pa
per colpa del tuo amor, pa ra pa pa.
Ai nostri dolor insieme brindiam
col tuo bicchiere di barbera
col mio bicchiere di champagne.

Siete mai stati a Cernobbio? io si, più di vent’anni fa in un grazioso alberghetto di quelli che esistevano una volta. Due stelle, a contemplare quel “ramo del lago di Como” che propizia il pensiero alla poesia. Nemmeno turbò più di tanto la nostra contemplazione quel diavoletto di nostra figlia, anni cinque, che trovandoci troppo autoritari, ci chiuse nella camera e si portò via la chiave. Ma Cernobbio ora è diventato l’ombelico del mondo. È lì che si svolgono in una cornice degna del Re Sole, i famosi “vertici”. Wikipedia essendo asina e di sinistra non includerebbe mai nelle sue dotte citazioni quella modesta che sto per enunciare: “il vertice è una riunione di potenti – infarcita di aperitivi e pasticcini, con obbligo di abito consono, cravatta e consorte o quasi al seguito – che si indice quando c’è un problema e si fa finta di cercare di risolverlo”. Il vertice è assai postmderno: i notabili troverebbero molto banale accendere i loro potentissimi computer e parlare guardandosi in faccia via skype o messenger, ma senza pasticcini. Già, ma per ciò fare, dovrebbero avere qualcosa da dire. In mancanza di idee è più d’effetto il vortice del vertice: magnifico hotel o residenza esclusiva, autoblù, giornalisti accreditati per confezionare articolesse in oro, incenso e mirra con diritto di sbafare canapés innaffiati al Brunello. Presenti gli scriba e i casaleggi di tutti (c’è un casaleggio per ogni potente) con i loro tablets, parrucchieri, estetisti, tappezzieri mazzieri carrozzieri. Un pò Versailles, ma senza parrucche e seggette dorate per impellenti bisogni. Tutto finisce con un comunicato stampa (che era stato fabbricato già prima) e l’applausometro truccato del Corsera e di Mamma Rai.

Argomenti per organizzare cotanti vertici ce ne sono a iosa: Sale lo spread? Vertice. Legge elettorale? Vertice. Chi deve vincere le elezioni? Vertice. La zia di Montezemolo non sa dove farsi il lifting?Vertice.

Stavolta però il superMarien ha superato se stesso. Una grande idea: un vertice contro i populismi. Proprio così. Ora in questa europina quasi interamente governata da tipi non eletti o eletti “a forza” dove saranno mai i populismi? Non ci sono, né potranno esserci meno che nasca se non proprio un Robespierre, un Danton e rovesci un tavolino. Ma no. È chiaro: i populisti siamo noi tutti, noi cittadini innamorati e cornuti di una meravigliosa femmina che si chiamava democrazia, noi che siamo disgustati dall’andazzo idiota di questi superpagati monarchi che pretenderebbero pure l’applauso alla loro scintillante insipienza; noi che supportiamo perfino di essere colpevolizzati al midollo senza fiatare e restiamo immoti di fronte a tutte le violazioni di ogni elementare diritto. Forse è proprio perché siamo democratici che scateniamo il loro sommo disprezzo. “Non hanno pane, gli si diano brioches”. Forse Maria Antonietta non disse mai questa frase, era troppo ben nata, ma è certo che è nell’ideario scarno dei cernobbisti verticisti.

Per carità! Non si creda che siamo così poco eleganti d’invidiare le loro tartine al caviale ed il loro champagne: noi siamo quelli che guardavamo con simpatia fraterna le festacchiole del Cav, sagre da strapaese che si pagava di tasca sua e, che Dio lo benedica, lavorando. Potevano disturbare la Boccassini e Casini, ma certo non noi, noi siamo gaudenti e vogliamo che tutti siano felici.

Però se poi questi sobri dittatori pretendono di strafocare e cazzeggiare istituzionalmente per farci sobriamente sapere in che modo ci elimineranno – carestie, istigazione al suicidio, camere a gas, guerra umanitaria, spread avvelenato -, ci salta la mosca al naso: è veramente troppo. Facessero i loro festini esclusivissimi a porte chiuse e si tacessero. E come disse Petronio a Nerone, anche noi diciamo a Monti: “uccidi, ma non cantare”.

Angela Piscitelli
Zona di frontiera, 10 Settembre 2012


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