GROSSE KOALITION

La nebbia agli irti colli piovigginando sale

Branca branca branca! leon leon leon! Bum!

Allegri, ragazzi, si comincia a capire qualcosa. Beh, allegri per modo di dire, ma la comprensione è sempre un passo in avanti.

Sappiatelo: voi che da destra e da sinistra smaniate in attesa che i vostri politici preferiti diano un segno di vita, voi che avete lavato a 30 gradi le vostre bandiere perchè non si sa mai, voi che conservate incorniciati gli autografi di Bersani o del Cav, voi che avete pianto (di disperazione) per l’inno, voi altri che avete una voglia incredibile di intonare bandiera rossa, voi che vi appassionavate al bar e buttavate il mazzo di carte sulla faccia dell’avversario, voi che “ètempodicrescere”, voi che “El pueblo unido jamás será vencido”, voi che Don Camillo, voi che Peppone….

E’ in arrivo la “grande coalizione”. Si chiude la stagione della democrazia in Italia, sobriamente, senza spargimenti di sangue. Invece di salvare il paese, si è salvata la casta. Non c’era altro modo che quello di mettersi sotto l’ombrello montiano, inchinarsi all’Europa e a tutte le sue stupidaggini, obbedire alla lettera e salvarsi il posteriore tutti insieme, cuore a cuore. È una riedizione riveduta e corretta del democristianismo tatticista: al confronto dei nostri leader, Clemente Mastella sembra un anarchico visionario. Guardateli, come sono graziosi, tutti quanti. Sempre a pranzo, a cena insieme, ben attenti a non dire una parolina più del dovuto, la sublimazione della casta, potere puro, trasparenza: vi sbattiamo in faccia pure tutti i nostri redditi che non si dica che siam reticenti. E così, per par condicio, potranno giulivamente spiarci se andiamo in trattorìa con la bisnonna, se ci facciamo una messa in piega in più, se cambiamo la lavatrice o prendiamo il vaporetto. Magnifico gustare una coda alla vaccinara con l’agente del fisco che viene a contare le tovaglie, e che travestito da ficus osserva le vostre orecchie, alle volte l’orecchino fosse in oro vero. Siamo in recessione?Cosa volete che sia, la recessione? Quisquilie, bazzeccole, pinzellacchere, intanto vi spremiamo come limoni, e dopo vi diciamo che siete incapaci di fare impresa, evasori fiscali, cittadini maleducati. Anche le amministrative non sono più fonte di preoccupazione: chi vince, vince. Primarie? ahahahahahahah. Congressi? hihihihihihihihi! Tanto se non andate a votare le amministrazioni saranno ugualmente elette. Tutte. Di veri tagli della spesa pubblica non si parla più. Perchè l’Italia è una repubblica tecnocratica fondata sulla funzione pubblica.

Il pretesto di questa congiunzione universale contro natura è grottesco: si dice che l’italia, troppo rissosa, aveva bisogno di un lungo momento di tranquillità, una specie di regime sedativo per poter ricominciare ad avere una democrazia vera. Rissosa. L’Italia? Ma chi erano i rissosi? Noi? Oppure erano gli stessi che ieri si prendevano a cazzotti in parlamento ed oggi si baciano sulla bocca? Sono cambiati? Non mi risulta. E certo non cambieranno. State certi, troveranno una bella legge elettorale quale che sia, per farsi rieleggere, tutti quanti. Sono deputati “tecnici”. C’è stata una mutazione genetica. Sono carini: tutti dicono che la classe politica va cambiata, certamente. “Tutti tranne me, io sono il nuovo.” Dicono. Così riavremo il parlamento tecnico dei “tranne”. Geniale! Il pensiero unico volteggia nelle redazioni di tutte le Pravde. La sola preoccupazione è trovare diversivi: “vediamo un po’, che diavolo si mette in prima pagina?” – “mettici il neutrino”. “Ma non se ne frega nessuno!” – “allora mettiamoci gli stipendi, un po’ di dichiarazioni rassicuranti più in basso e poi Schettino”. “Schettino? ancora?” – “Massì, massì. Schettino e Celentano, vai”. Lo spread naturalmente è sparito. E la recessione ce la infilano giusto per dire che è colpa nostra. Accendono lumini per la rielezione di Marcegaglia. Se non si starnazza più in Confindustria, che diavololo si scrive? I processi al Cav non tirano più. Anche perchè Ghedini, essendo pure lui deputato, è diventato tecnico e pertanto si tace. Ghedini era divertente. Peccato.

Insomma, non si trova una notizia a pagarla a peso d’oro. “Per sedarti meglio, piccina”, disse il lupo a Cappuccetto rosso.

Intanto spariscono le botteghe e fioriscono le banche. È una banalità? forse, ma una banalità vera. Siamo sedati, non siamo ciechi. E poi spuntano pure, come funghi, curiosi negozi “compro oro”. E le pubblicità delle macchine costose. Le oligarchie stanno organizzando la spremitura finale.

E il Cav? Beh, lui ormai si gode la meritata pensione. Si carezza il suo Monti come se fosse il miglior purosangue della scuderia. E forse lo è. Perchè tecnico era e tecnico è rimasto. Se poi si scoprirà che i neutrini sono lenti, non sarà mica colpa sua. Lui ci ha provato. Pure a lungo. Ma ora ha capito che non è cosa. Almeno ci ha garantito una ventina d’anni d’illusione. Bisogna contentarsi. Mica è la Merkel, lui!

Angela Piscitelli
Zona di frontiera, 23 Febbraio 2012


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