THE TREE OF LIFE (o del post-berlusconismo)

Annunciato ai quattro venti è, ormai, l’esaurimento dell’esperienza berlusconiana. E’, però, l’esaurimento fallimento o sedimento che prepara il compimento di questa esperienza? Siamo a un daccapo o a un dopo, l’oltre in un solco ormai tracciato? Vediamo il prima e l’adesso.

Prima: un’apparente stroncatura dell’esperienza craxiana, il partito popolare di Martinazzoli, residuo della DC, raccolta del dossettismo-fanfanismo in tutte le sue articolazioni, la “gioiosa macchina da guerra”, residuato del comunismo, estrema sinistra compresa e, specialmente al Sud, del socialismo statalista. La vittoria di Berlusconi nel ’94 è l’evento decisivo che sbarra ogni ritorno al passato, essa conserva e rafforza, sdoganando AN, la rottura craxiana dell’Arco Costituzionale, vi aggiunge la Lega, conserva, in Forza Italia, il nerbo dell’alleanza craxiana tra socialismo latino anarco-liberale e cattolicesimo liberale, scombussola il fronte avversario, spaccando il falso popolarismo di Martinazzoli, affossando il mal nascosto revanscismo della sinistra comunista, imponendo al giustizialismo limiti decisivi, invalicabili, riducendone al minimo gli spazi di manovra politica e mediatica. Il fronte antiberlusconiano sarà costretto, sotto la guida prodiana, a ristrutturarsi radicalmente, completa l’ingresso nell’Eurozona, ma raccoglie in un fronte avverso un insieme allargato, oltre il 50%, non vincente, allora, per la diaspora, inevitabile e momentanea, della Lega. Consente, però, a Berlusconi una resistenza che porta alla prima, decisiva, implosione dell’Ulivo prodiano col centro, “trattino”, sinistra di D’Alema. Il revanscismo è sconfitto, col socialcomunismo si chiude anche l’esperienza del cattolicesimo di sinistra, rispolverato, per lo spazio di un mattino, dal secondo Prodi. Due vittorie di Pirro! L’ultimo comunista, D’Alema, è nella giungla a combattere una guerra della quale non gli giunge notizia della fine. Adesso: cosa ne è della Prima Repubblica? La Costituzione e i suoi guardiani, Magistratura giudicante e Procuratori, falsi magistrati pregiudicanti, che usano politicamente l’accusa, spezzoni di un mondo finanziario, truppe sparse, qui e là, di nostalgici. Non è poco, ma nemmeno gran che, tutte le forze costituenti in un reperto scritto, la Costituzione! Al loro posto? Una sinistra liberal, desiderante, deriva del ’68 che sostituisce la sinistra statolatrica, operaia, disciplinata dal rigore partitico. Una deriva giovanilista, femminista, omosessualista, ecologista, eutanasista, laicista e ateista, pacifista, integralista, la sostituisce. Non più il salario è “variabile indipendente” per scassare il capitalismo, ma il desiderio del comfort, della tolleranza di ogni desiderio che moraleggia sui peccati degli altri. E’ il parallelo, originale, del percorso della sinistra americana, sancito dalla sconfitta della Clinton e dei blue collars, gangsterismo, operai, ebrei, con la vittoria di Obama, ecologismo, middle class, Islam, liberal non più democratic. Lo Stato, non più sociale, è garante della fine del conflitto tra gli uomini e tra questi e il resto della natura, assicura un mondo di Bengodi, dove, alla napoletana, piovono pasta e fichi secchi.

Sono sempre tasse e debito, ma al servizio del desiderio indefinito della middleclass, del mondo di “The tree of life”, con un Dio che fa scorrere latte e miele. Gli Americani sono sempre colossal, vogliono un Dio da effetti speciali! Se c’è un’insidia vera per l’Occidente, non è l’interconnessione del globo, ma questo capriccio del quale il popolo del deserto libico sa qualcosa, come qualcosa sa quello delle caverne pakistane. Là, compreso il nostro Meridione, vige l’imperativo “primum vivere” e fiorisce, con campi di papaveri, la malavita del traffico illecito, il mondo della bonavita gli dà guerra che non prevede sacrificio umano ma quello dei missili e dei drones. Questo mondo preferisce vederlo col cannocchiale e gli destina, sulla punta dei missili, i nostri costumi, un po’ scollacciati in verità.

I De Magistris, purtroppo per Di Pietro, i Pisapia, i Renzi, i Vendola, i nuovi vincenti nella sinistra, fanno parte della sinistra liberal mondiale, De Magistris raccoglie nella Napoli parigina, non in quella mediterranea delle periferie che veleggia verso Casal di Principe! Questi sono, ormai, nell’Occidente i nuovi fronti avversi, sinistra, centro, destra non c’entrano niente, il marito di Carla Bruni, di destra, va a godersi la Woodstock dei reduci che cantava Freedom e annunciava l’uomo liberal, wind and desires blowing verso Obama. La segnaletica vecchia non serve a niente. Il fronte dell’energia produttiva, dell’educazione dura, non sentimentale, della lotta crudele per la vita, della formazione severa e rigorosa dell’uomo, se c’è, sta, in Italia, nel centrodestra.

Dopo la sconfitta di Berlusconi, tutti prevedevano che si sarebbe parlato solo di un ritorno al proporzionale, ma Vendola et company vogliono parlare solo di primarie e anche il centrodestra sconfitto non di altro vuole parlare. L’esatto opposto del proporzionale dei partiti… Il mondo delle primarie è, ineluttabilmente e inesorabilmente, bipolare, vuole, come Berlusconi, la legittimazione diretta degli elettori, con una Costituzione del popolo. Il movimento proprimarie, che sarà impetuoso, è movimento costituente bipartisan, il Parlamento può poco per opporsi, farà quel che potrà, ma crollerà. Il Predellino del popolo è pronto! Se il dopo Berlusconi è questo, onore e gloria a lui, ha posto la premessa!

Giuseppe Corona
Zona di frontiera, 6 Giugno 2011


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