FOTOPROPAGANDA

Non so se molti ci avranno fatto caso, ma il web sembra più “buono” con alcuni che con altri. È recente la polemica su Antonio Ingroia che al congresso del Pdci si è autodefinito “partigiano”, per il tripudio di Diliberto e di tutti gli astanti, salvo poi aggiungere dopo una lunga pausa, “della Costituzione”. Una provocazione, l’ha definita intervistato da Mineo su RaiNews24, per rivendicare anche ai magistrati il diritto alla libertà di parola.

Ma il punto non è questo, e la sua partecipazione al congresso del Pdci ben lo colloca nello zoo politico cui appartiene, più di mille parole e confessioni mezze smentite. Questioni di lana caprina poco importanti.

Quello che colpisce è che in tutto il Web non si trovi una foto del magistrato campeggiante il simbolo del Pdci: la classica falce e martello su campo rosso. Non c’è, potete cercarla quanto volete. Quelle che si trovano sono solo fotomontaggi e pure fatti maluccio.

È una antica pratica quella di fare informazione con le foto dei protagonisti. Si scelgono belle e patinate per gli amici, brutte, goffe o ridicole per i nemici.

Trovate una foto impietosa della zarina del Tg3 Bianca Berlinguer o di Concita De Gregorio o, addirittura, della Dandini. Tutte donne di sicuro fascino (per la Dandini non ne sarei così sicuro), per le quali, dalle immagini disponibili sul Web, il tempo sembra essere stato particolarmente clemente. Sempre truccatissime, elegantissime in perfetta posa. Eppure la Dandini è vicina alla soglia dei sessant’anni, mica è più un fiorellin di prato! Nulla, sempre impeccabile e piacente. Neanche la Bindi sfugge alla regola, ma in questo caso non basterebbe un miracolo.

Ora, per chi scrive e immagino per molti lettori, è ben poco importante l’aspetto fisico, ma è mai possibile che sul Web le foto orribili disponibili siano principalmente relative a personaggi della maggioranza? Provate a cercare Berlusconi, risulterà difficile trovare una foto accettabile ed è vivamente consigliato impostare la ricerca di Google con il filtro “SafeSearch” almeno su livello medio, altrimenti le spiacevoli sorprese si sprecherebbero.

Così per Ingroia: impossibile trovare una sua immagine associata al simbolo sopra e per il quale ha fatto il suo comizio. Non è casuale, non può esserlo. Dal lato delle opposizioni, istintivamente o per calcolo, non si vuole cristallizzare la sua immagine associandola ad un simbolo così ben definito e (s)qualificabile, indifendibile se associato ad un magistrato che dovrebbe essere imparziale per definizione e… Costituzione; dall’altra, dalla parte del popolo del centro-destra, non c’è forse sufficiente consapevolezza nella forza dei simboli. Pazienza, rimediamo noi.

Paolo Visnoviz
Zona di frontiera, 31 Ottobre 2011


Lascia un commento