LA COSTITUZIONE DELL’OCCIDENTE E L’ASSOLUTO

Assoluto, parola fatale per l’Occidente, su essa, inavvertitamente, gira la nostra vita, che la si accetti o no. Proviene da absolutus, lo sciolto da, il tratto da, astratto. Riguarda un’operazione che tira qualcosa fuori da, per un luogo dove riceve uno statuto speciale. Esso è fuori dalle cose quotidiane, sensibili, dalla loro insicurezza, dalla guerriglia giornaliera che le incalza, nella lotta per il possesso che gli uomini ingaggiano. Esso vuole lo statuto del non conquistabile, del non discutibile, del non contrattabile, come si pretende, oggi, da alcuni, che siano certi “valori”.

E’ dunque l’incontrovertibile, il non in discussione, l’accettato da tutti, diciamolo, non è “democratico”, fondamento indiscusso di tutto, accordo non controvertibile. E’ la Verità opposta al mondo cangiabile delle opinioni, impera e illumina, con esso si conclude e si verifica se la nostra azione, dalle nostre opinioni ispirate, e la nostra vita ebbero senso e valore, se furono degne di merito. Quando si moriva, si moriva felici se il bilancio ci diceva che avevamo vissuto conformi a Lui, assimilati. L’Assoluzione sanciva. Sì, potevamo e dovevamo avere opinioni, secondo il gusto, i desideri, le ambizioni di ognuno, ma dovevano darsi vincolo, nella pubblica discussione, in ciò che l’Assoluto imponeva. La non contrattabilità dei valori, la non scambiabilità, il non essere messi in vendita, consiste, dunque, non nel non realizzare la propria personalità, ma nel sapere che la personalità si poteva formare solo nell’ambito, concesso, dei suoi limiti, della sua Necessità.

Questa era la Libertà, ricerca e accettazione del vincolo, felicità per la vita bella che concedeva, perchè misurato, armonico, equilibrato. Questi doni ci si attendeva dall’Assoluto e così sembrò che fosse fino alla fine del sedicesimo secolo, anche per il nostro splendido Rinascimento, anzi soprattutto per esso. Nacquero, però, le monarchie assolute e fu la fine di tutto ciò, l’uomo nuovo volle la Costituzione, la chiese al monarca e chi non la concesse fu abbattuto.

Storia complessa, di difficile interpretazione, giace sotto una coltre spessa di banalità e ovvietà più indiscutibili, oggi, nel mondo, non laico, ma laicista, ideologico, dell’opinione liberata da ogni vincolo.. E’ Ideologia, ma ad altra occasione la giustificazione di questo dire, preme capire perchè questa esigenza, l’obbedienza, è scomparsa, tolta al vocabolario. Qualsiasi discorso che voglia darsi conto del luogo che abitiamo e consumiamo, del chi siamo, deve spiegare oggi perchè l’Assoluto non vige. Il suo dettato, il suo dictat, sembra essersi dileguato. Perché, bisogna pur riconoscerlo, per qualche centinaia di migliaia di anni funzionò e non mancarono felicità e bellezza, anzi, ancor oggi, li chiamiamo “beni culturali”, nella convinzione di rendere loro omaggio, in realtà stuprandoli, chiedendo loro il favore di rendere quanto gli altri beni, anzi, ancor di più. Quando non rendono, i ministri cadono! Scambiabili, dunque, con l’equivalente generale, il denaro, i figli dell’Assoluto, i non scambiabili!

Ratzinger suscitò grandi speranze all’inizio, in particolare in Italia. Qui nacquero gli “atei devoti”, preziosi alleati, in alcune lotte vinte dall’Assoluto della Chiesa Cattolica. Ciò, però, non ha fermato il tracimare della valanga laicista, che ha finito per coinvolgere Gesù in Croce, estrema testimonianza del messaggio della Resurrezione, Vita inimitabile che tutti volevano imitare, che i migliori imitarono.

L’ateo devoto, un miscredente, che, con la frase “agiamo come se Dio esista”, ha creduto di poter rimanere laico e moderno, senza essere laicista e modernista, non rendendosi conto di pronunciare il blasfemo, ciò che la Chiesa, fosse stata quella di una volta, mai avrebbe accettato. Che significa “agiamo come se Dio esista”? Non altro che questo: non esisti, Dio, ma noi vogliamo far finta che ci sei, a guida delle nostre azioni! Dio, una finzione, e non nel senso di Nietzsche!

Per un’operazione del genere, però, occorre un garante che fa, al posto di Dio, ciò che farebbe Dio se esistesse. A questo ruolo fu destinato il Papa, il vertice della Chiesa, ma pur sempre uomo, non Dio. Troppo poco, ci vuole qualcosa di più. L’ateismo devoto è spia di uno smarrimento diffuso dell’uomo occidentale, ma se Dio è un ente, per quanto sommo, deve esistere, non averne dimostrato l’esistenza fu la sua morte e la situazione rimane lì, dove questa impotenza si manifestò. Se Dio è un ente, però, dipende, come un ente qualsiasi, dall’uomo, dal suo dimostrare! Ma…Dio -è un ente?

L’Assoluto lo è, per quanto estratto dalle bassezze quotidiane e posto in alto. Allora, per forza, Costituzione e democrazia dei moderni? Altra via non c’è? Nel nostro paese si verifica una strana cosa, tutto può cambiare tranne che la Costituzione e la democrazia parlamentare, più incontrovertibili dell’Assoluto. Come si vede, lo smarrimento è totale, per il laicista c’è qualcosa di non contrattabile, di non scambiabile.

L’Italia rivela, perchè è un grande paese, in maniera ironica ma manifesta, quel che è la crisi dell’Occidente che tutti si ostinano a definire economica. In crisi è la Costituzione dell’Occidente. Forse perchè manca il dictat, il dittatore, colui che detta.

Giuseppe Corona
Zona di frontiera, 12 Maggio 2011


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